La LANA arriva sucida. Sì, si dice proprio così. Sucida, non sudicia. Viene selezionata e lavata.

La lana, ma anche il mohair, il cashmere, il cammello, l’alpaca; e la vicuña, più preziosa dell’oro. Più la FIBRA è lunga più è nobile e preziosa. A seconda della lunghezza verrà cardata - se corta, o pettinata - se lunga.

E nasce il TOP, un nastro impalpabile di fibre ormai parallele. Attraverso varie stirature, il top assume un diametro sempre minore divenendo uno STOPPINO. A partire da qui comincia il processo di filatura, che torcendo lo stoppino gli dà consistenza e lo trasforma in filato. A volte il FILO è così sottile che si vede appena passare sul ring.

RING è chiamata la macchina che stira lo stoppino tra due cilindri e lo avvolge attorno ad un fuso, dandogli la torsione necessaria. A seconda dei desideri, si fileranno più fili assieme, omogenei per colore o differenti, creando i filati tra i più vari. Ma un filo ritorto tende ad aggrovigliarsi; per impedirlo si stabilizzano le fibre con il VAPORIZZO, un’azione combinata di umidità e calore.

La ROCCATURA prende i fili avvolti sui fusi, li giunta termicamente e li avvolge attorno ad un tubo conico, da cui l’aspetto a spire incrociate, che tutti conoscono. Arrivare alla rocca significa arrivare ad un prodotto omogeneo per peso e lunghezza. Quindi vendibile.

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